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A propria immagine

L’errore di immaginare i figli uguali a sé


di Cristina Podestà

Spesso una mamma desidera un figlio con le sue stesse caratteristiche, la sua visione del mondo, lo vuole forgiare a sua immagine e somiglianza. Spesso una madre sceglie la scuola, sceglie gli amici, decide le compagnie.
Di frequente una donna vede chi ha partorito come un prolungamento di sé, parla in sostituzione di lui, da giudizi, esprime opinioni, fa apprezzamenti al posto suo, si riempie la bocca sui suoi professori, sui suoi compagni di classe, depone idee e concetti su ciò che il figlio farà in futuro. Vuole un soldato ai suoi ordini, lo ha scolpito e pensato come un angelo cui mancano solo le ali. 
Poi un giorno si sveglia e capisce che il figlio ha idee proprie e ragiona da sé, decide per sé, agisce da sé. Lei attonita, distrutta, atterrata non comprende, dove ho sbagliato? Si chiede, è distrutta, “come ha potuto, lui, mia immagine e mio pezzo di vita, allontanarsi da me e dai miei insegnamenti?”.
La scuola è responsabile. La vera scuola, quella davvero buona, a volte riesce a salvare i figli da madri matrone e padrone, e apre la mente ai giovani in crescita, ai ragazzi devastati da famiglie o troppo aperte o troppo chiuse. 
Studiate ragazzi, aprite quei libri e le menti, gli animi e il cuore, apritevi agli altri e, soprattutto, a voi stessi. Buon anno scolastico a tutti voi.

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