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Drink

Aprire gli occhi, senza ansie


di Marina Zinzani

Certi giorni era meglio stare a letto con le coperte sulla testa. (Charles Bukowski)

Anima inquieta e vigile, troppe cose hai compreso, la stanchezza è salita piano piano, viene da lontano. È iniziata dai banchi di scuola, quando il tuo compagno ti faceva i dispetti e tu restavi muto, non c’era nessuno a difenderti, ma questo era solo l’inizio, ben altro ti aspettava.
Da ragazzo hai avuto i tuoi alti e bassi, le contraddizioni degli adolescenti, nessuna identità, cento identità, alla ricerca del tuo volto migliore. È andata così così, alla fine non hai fatto granché, più o meno quello che hanno fatto tutti. I potenti cambiano il mondo, non i ragazzi ribelli, e i potenti lo cambiano quasi sempre in peggio, povero illuso.
Quando sei diventato padre la prospettiva è cambiata, sei diventato moralista, ansioso, altalenante fra la paura, il sentire come si comportavano gli altri genitori, e un antico moto di ribellione, però soffocato. È un pasticcio in fondo, ci si barcamena, si spera solo che non succeda niente di grave, che tutto fili liscio e che ci siano meno problemi possibili.
Se tu potessi vedere l’imperfezione come caratteristica dell’uomo, al pari di avere un braccio, una gamba, l’imperfezione come cosa con cui convivere e su cui farci anche qualche risata su, allora sarebbe tutto più leggero, ti appesantiresti meno la vita con il tuo crogiolarti. Vada come vada, no? L’ansia di controllo, la ricerca di appagamento, di un’esistenza soddisfacente, insomma, stancano alla fine.
Fermati in un bar, guarda la gente passare, chiudi gli occhi per un attimo e pensa a chi non c’è più, e tu puoi mostrare quella vita a queste persone impalpabili, puoi essere i loro occhi. Riaprili, e la scena ti sembrerà migliore, prova a bere e sentirai il sapore delizioso di certi drink.

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