L’amicizia affettuosa con il proprio gatto
di Bianca Mannu
Del giorno d’ogni giorno
l’arrivo mi propina il rituale radio
Se non l’attivassi d’essere viva non saprei …
Mi fingo viva e fingo di ascoltare
Fingo perfino l’immobilità – ma lo spavento
d’un afoso braccio intorno alla trachea
– Crepare in casseruola – no!
Non fingo di alzarmi – lavarmi - inorridire
nel lampo dello specchio: tutto reale
L’acqua si lamenta dello spreco: a che pro –
gorgoglia – vista la movenza nauseata
Mi acconcio a deambulare scavalcando
l’orrida lama delle ore - gli orologi
abbandonati fuori mano
Come una vera sonnambula sogno
il sogno di vivere davvero: mangio bevo
evacuo vado vengo mi svesto e mi travesto
sogno finanche di pensare – pensare lucido -
di piangere in asciutto la mia sorte
e con le ristrette grinze della fronte
di compitare versi – a frotte –
sull’algido candore del computer
Me ne frego del ritmo e del senso
di chi non sa - di chi sapere non vorrà
Aspetto - e spero – oggi come ieri –
nella caduta del buio – che m’involga tutta
senza il minimo dolore e senza la paura
d’un prossimo risveglio.
Ma un’unghia – forse incastrata
negl’infimi precordi - mi censura il sogno:
bene non so se per reflusso nobile
o voglia vigliacca di mentirmi
smentendo quel po’ di vita che permane
Così «Che ne sarà mai?» mi chiedo
puntando l’occhio mio grifagno
nell’anima mia pelosa – tipo ragno-
Che ne sarà - se manco – di questo animaletto -
mio compagno e raro privilegio:
del gatto che – pur conforme alla natura sua
di gatto – è ciò malgrado mio.
Un gatto nero e bianco – bello -
con le appendici rosa – che cerca di mia mano
la spazzola sul vello e il morbido contatto
del grembo e le ginocchia
E ancora – caso per me fortunato e strepitoso –
è l’unico umano che riesce - da gatto -
a parlarmi d’amore col verde dei suoi occhi.
molto bella, mi piace, bisognerà farla parlare in sardo! Ciao Bianca un abbraccio.
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