“La paura” di Giorgio Gaber
di Marina Zinzani
Un tempo le porte si lasciavano aperte. Un tempo la vicina veniva in casa e ci portava una torta da assaggiare. Un tempo i bambini giocavano nel cortile. Un tempo la felicità era un campo di calcio il pomeriggio, dopo i compiti.
Un tempo ci si conosceva in una pista da ballo, era un divertimento uscire il sabato sera. Un tempo ogni cosa sembrava al suo posto. Con qualche certezza in più.
Poi la Paura arrivò, personaggio che ha invaso sempre ogni tempo e luogo. E fece chiudere tutte le porte, diffidare dei vicini, richiamare i bambini in casa, alienare ciò che doveva essere vitale, spegnere l’allegria.
Frammenti sparsi ovunque, che cerchiamo, con difficoltà e angoscia, di raccogliere e di riattaccare. Per non perdere la speranza.
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