di Laura Maria Di Forti
(Introduzione di Angelo Perrone)
(Angelo Perrone) Prima che ci pensassero gli altri, lo abbiamo fatto noi: darci delle colpe. Per un’azione, una mancanza. Una decisione in sospeso. Cose non andate per il verso giusto. Rivelatesi sbagliate. Perché è accaduto?
Forse c’erano motivi per fermarsi. Avremmo dovuto cogliere i segnali. Eppure abbiamo continuato. Nell’amore sbagliato. Nel lavoro poco gratificante. In qualche altra cosa, trascurata perché di poco conto. Una ragione per insistere ci deve pure essere stata. Ancora oggi non abbiamo capito quale.
Raccogliamo qui alcuni pensieri, suggeriti a Laura Maria Di Forti da pezzi celeberrimi della musica contemporanea. Testi già pubblicati: L’uomo che amo di Gershwin, Gelosia di F. Mercury, La musica è finita di Bindi, Nisa, Califano, Quel che resta dei nostri amori di C. Trenet, Strangers in the night di Kaempfert, Singleton, Snyder, Ed io fra di voi di Charles Aznavour e Sergio Bardotti.
Dopo Senza fine di Gino Paoli, ecco Non, je ne regrette rien di Charles Dumont e Michel Vaucaire
(Non, je ne regrette rien di Charles Dumont e Michel Vaucaire)
Se mi dispiace? Di cosa, ormai? il passato è passato. Ho fatto i conti coi miei dèmoni, ho macerato lacrime e dolori, ho gettato via anche le gioie di un tempo, tutto ho rinviato indietro. Il passato non esiste più, è scomparso, definitivamente archiviato, gettato al vento, alle ortiche, trapassato con una lama e sommerso dalla dimenticanza.
Il passato è passato, ormai. La mia vita è ora tutta da ricominciare e poi da vivere. Con te. E un’altra vita, che mai, mai mi sarei sognata di vivere, ora mi trovo davanti da afferrare, da godere, una vita tutta nuova, diversa, piena d’amore finalmente, una vita piena di te.
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