di Maria Cristina Capitoni
(Commento
a Un porto davvero bello, PL,
20/5/17)
Avevo
16 anni quando appresi la notizia tramite una delle troppe battute che,
all'indomani dell’arresto di Enzo Tortora, si sprecarono: "Il pappagallo
ha parlato!". Quello che maggiormente mi colpì fu vedere gente, che fino ad
una settimana prima lo acclamava, parlare di lui in un modo così feroce.
Anche
dopo l'appello, quando fu totalmente scagionato, in molti rimase il gusto del
dubbio e sinceramente credo che sia stato questo, oltre alla "bomba al
cobalto" di cui lui parlava, ad ucciderlo pochi anni dopo.
La
scorsa estate mi è capitato di assistere alla presentazione del libro della
compagna, Francesca Scopelliti, e poi di leggere la biografia (applausi e
sputi). L'idea che mi son fatta purtroppo è che quel che successe a lui poteva
succedere a chiunque, e potrebbe succedere ancora a chiunque.
Pare
a volte che l'umanità sia preda delle più oscure forze maligne, capaci di
penetrare ogni angolo di certe assurde situazioni. Non son riuscita a trovare
nessun'altra spiegazione plausibile.
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