L’amore
come fragile goccia di rugiada su una ragnatela, la tenerezza può salvarci?
di
Paolo Brondi
Fragile
può essere l'amore quando il silenzio, il timore, la lontananza, mutano le parole
"è per me", "io per lui", creando un amore nuovo, un amore
fantasioso. Significativa l'immagine dell’amore nella poesia araba: "E' come la goccia della rugiada che è caduta
su una ragnatela: appena si rende più pesante è ormai crollo".
La
pesantezza deriva dall'essere in balia del vortice
del tempo, degli affari, delle scadenze, della carriera: gli aspetti fondamentali
della vita umana cambiano e l’amore si fa più arido. S'infittiscono i
successi insieme alle negatività: indifferenza, offese, denigrazione,
maltrattamento.
La filigrana
delle difficoltà diventa, a poco a poco, difficoltà del cuore, della coscienza:
"Mi sembra di parlare con il muro! Le
mie parole cadono nel vuoto. L'altro c'è, ma per me non c'è. L'altro preferisce
la solitudine". E il disagio aumenta quando si prova vergogna e viene
meno l'autostima: "Come ho fatto a lasciarmi ingannare dalla persona
che amo? Come ho fatto a essere così debole e stupido di fronte agli inganni di
lei/lui”?
A quel punto i nodi possono essere sciolti aprendosi ad altre
possibilità o ritrovando il luogo in cui affetto e aggressività possono
conciliarsi, che è quello della tenerezza: un guardare
l’altro con “cura” e con la coscienza di percorrere lo stesso cammino
esistenziale. Nell'uno e nell'altro caso c'è bisogno di profondità, come ben
suggerisce Nietzsche: "Il mondo è profondo e profondo il suo dolore, ma la
gioia è più profonda, più profonda del dolore più profondo. Il dolore passa, ma
ogni gioia vuole profondità". Sarebbe
interessante scoprire che posto hanno oggi la tenerezza e la profondità.
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