Il ricordo è odore, suono, aspettativa, che può risvegliare il vecchio
ardore ormai sopito
di
Maria Cristina Capitoni
Una profonda nostalgia
di quella provata per luoghi incantati
come se, dentro di te, io
avessi viaggiato
scoperto, ritrovato
il caldo incombente
ad una finestra
del pian terreno
in una Roma di troppi anni fa
quando il tempo
non infieriva su niente
ma leggero scivolava a me accanto
scandendo tappe cariche d'aspettativa
come se ogni minuto
nel suo divenire
non desiderasse altro che
porsi a fianco del precedente
ed inconsapevolmente insieme ad esso procedere;
questo è quanto adesso
negli incessanti ricorsi di questa esistenza
puntuali ritornano gli odori
i suoni, i bagliori le presenze
come la tua
a scuotere, rinvigorendola,
la brace
silenziosamente sommersa
sotto mucchi di cenere
eppur costantemente accesa
come se altro non desiderasse
che legna da ardere
da trasformare in calore e poi
ancora in acqua e infine
di nuovo in cenere.
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