I
volti della malasanità: quando il medico dimentica la sua missione
di
Catia Bianchi
(Commento
a Tante cure, PL, 26/5/17)
Ho
sperimentato sulla mia pelle i gravi effetti collaterali causati dal
comportamento poco sensibile di un medico.
"Poco
sensibile" è un eufemismo. Se potessi usare altre espressioni senza
preoccuparmi di attenuare il carico espressivo di ciò che mi ha fatto provare
sarei molto scurrile.
Mi
ha provocato una crepa interiore che a distanza di più di un anno è sempre lì,
come il primo giorno di quel maledetto incontro.
Ieri
l'ho rivisto per puro caso, lui non mi ha nemmeno vista. Ero in piedi,
aspettavo il mio turno per ritirare il referto di un esame di mia madre.
Ho
iniziato a tremare, a sudare, ad avere il respiro corto. Ho preso una
bottiglietta d'acqua, mi sono seduta e ho iniziato a pregare.
È giunto il mio turno, ho ritirato il referto e sono scappata fuori, alla luce, al sole. C'è quella crepa in me, fa male, ma è anche da lì che entra la luce.
È giunto il mio turno, ho ritirato il referto e sono scappata fuori, alla luce, al sole. C'è quella crepa in me, fa male, ma è anche da lì che entra la luce.
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