Il senso del
vivere: affidato alla dolcezza di momenti indimenticabili
di Paolo Brondi
E' un tempo il
nostro che dissolve se stesso per una logica di accelerazione, di appiattimento
e negatività di certezze. La vita ci incalza, proponendoci l’osservanza dei
diritti che ha acquisito. Una vita che spesso ci intristisce, conducendoci per
mano su sentieri già esplorati e che ci fa parlare suggerendo parole non
nostre, rendendoci parlati più che parlanti.
Si fa raro il
domandare. «Come stai?», «Come vivi il tempo dell’esistere?». Forse si vive il tempo
che porta oltre l’orizzonte consueto, in vista di traguardi sperati. Oppure il
tempo del vagabondaggio. È probabile che si viva il tempo circolare, un po’
mitico, epico, in quell’andare qua e là in libertà amorosa e creativa.
Spesso si incontrano persone piene di amore
per le feste, la compagnia, il cinema, il teatro; innamorate della natura, dei
monti, del lago e allora il loro tempo è quello dinamico, simpatetico,
frazionato in istanti pieni di voluttà e perfino di felicità. La persona
creativa invece vive le contraddizioni del tempo.
Nel naufragio del tempo che sconvolge
ogni certezza c’è pur sempre la soluzione di un ribaltamento degli eventi, di
un ringiovanimento; di una condizione che permette la possibilità di rivivere
il tempo perduto non solo nella memoria ma anche per circostanze casuali, cariche
di suggestione, come l’atmosfera di un appuntamento, la dolcezza dei momenti
coralmente vissuti.
In tale prospettiva la favola bella che
un tempo illuse il poeta oggi si converte nella certezza di un nuovo senso del
vivere aldilà di ogni frammentazione esistenziale. Non si sa quanto attendere
analoghi momenti, ma non c'è dubbio che torneranno.
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