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Un’amara riflessione sul mestiere di poliziotto
di un addetto ai lavori
Testo inviato da Maria Cristina Capitoni
Un Poliziotto, come tutti gli uomini, è un impasto di santo e di peccatore.
Tra tutti è il più necessario e il meno desiderato.
E’ una creatura senza nome; che chiamiamo Signore,
quando c’è davanti e Bastardo appena volta le spalle.
Il Poliziotto deve essere diplomatico, capace di distinguere tra le persone
Ma, se si presenta cortese, è un adulatore! Se non lo è, diventa
maleducato!
Se è elegante, è vanitoso! Se è trasandato, è zotico!
Il Poliziotto deve prendere in un secondo decisioni che a un Avvocato
richiederebbero un mese.
Ma se si affretta, è negligente! Se va con i piedi di piombo, è pigro!
Il Poliziotto deve essere il primo ad arrivare sul posto di un incidente e
deve
saper emettere sentenze infallibili.
Deve esser capace di far ripartire il respiro che si è fermato
e deve
saper arrestare un’emorragia.
Deve saper cucire una ferita, o aspettarsi di essere citato in giudizio.
Il Poliziotto deve conoscere ogni arma.
Deve saper sparare in corsa, e colpire dove non fa male.
Deve esser in grado di neutralizzare due uomini grossi due volte lui e con
la metà dei suoi anni,
senza danneggiare l’uniforme e essere brutale.
Se siete voi a colpirlo per primo, è un vigliacco!
Se è lui a colpirvi, è considerato un violento!
Se è lui a colpirvi, è considerato un violento!
Da un capello deve riuscire a descrivere il delitto e l’arma con cui è
stato compiuto.
Deve acciuffare il criminale, o sapere dove si nasconde.
Ma se lo prende, è fortuna!
Se non riesce, è un incapace!
Se il poliziotto è promosso, ha degli appoggi politici!
Se non riesce, è uno che non vale due soldi!
Il Poliziotto deve essere un sacerdote, un assistente sociale,
un diplomatico, un simpatico ragazzo, un gentleman,
e deve essere un Genio
per riuscire a mantenere la famiglia
con
lo stipendio del
Poliziotto.
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