E’ di uso comune, eppure il tappeto è un oggetto particolare: la sua
tessitura racconta i particolari della vita
di
Marina Zinzani
Semplicemente
non andavano d’accordo. Erano due caratteri diversi, avevano due modi di
affrontare le cose. E questo creava una continua tensione, e la tensione si
tramutava in parole, poco gradevoli spesso. Finisce così, una storia d’amore.
Semplicemente
non c’era limpidezza, e anche lealtà. Le parole erano belle, gradevoli,
lusinghiere, ma potevano diventare un attimo dopo, girato le spalle, dolci
imbevuti di veleno, io ti parlo di questa persona e insinuo, riferisco, i
segreti diventano conoscenza di tutti. Può finire così, un’amicizia.
Semplicemente
si sopravvive. C’è qualcuno sopra che domina, anche entità astratte, anche il
fisco, anche il cielo, le nuvole, anche il corpo che si ammala, qualcosa lo fa
ammalare. Non si è liberi. Qualcosa può accadere da un momento all’altro.
Tappeto
magico, tappeto con disegni che parlano del paradiso e suggeriscono una porta,
si accede e… ecco la pace, l’armonia, e tutto diventa quiete, pacificazione.
Tappeti.
Supermarket? Difficili trovarli lì. Farli a mano? Difficile avere mani così
fini, bisogna imparare antiche regole di tessitura. Forse nei libri si trovano,
nella saggezza di qualcuno, si cercano fra gli scaffali. Ma dove si trovano
queste regole misteriose per costruire in casa un tappeto e… un tappeto che
raffiguri una porta che fa entrare in paradiso?
Misteri,
segreti, sussurri dal passato, sussurri dalla propria anima. Ancorarsi all’idea
di crearli, questi tappeti. Magia che entra, mani che sanno creare. Allora si è
in pace, si allontanano i nemici, si vive.
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