Un
giorno la sorpresa, l’incontro tra Barbara e Francesco, capace di cambiare la
vita
di Paolo
Brondi
A
Lucia una nuova luce si era profilata, nel lungo periodo di completa assenza
del suo recente amor, quando, per caso, incontrò un ex compagno di scuola,
Francesco, che, sia per il servizio militare, sia per gli studi universitari, era
stato perduto di vista e quasi del tutto dimenticato. Del resto, nei tempi
della scuola appariva come un brutto anatroccolo, poco interessante e sempre
tenuto in disparte.
Ma
fu grande la sorpresa quando se lo ritrovò di fronte, un giorno che era uscita
per prendere un caffè al bar Principe. “Lucia, come stai? Ti posso offrire il
caffè e magari un dolcetto?”. Si girò e non credette ai suoi occhi. L’anatroccolo
si era trasformato in un uomo affascinante; alto, atletico e snello, occhi
verdi-castani e profondi; portava un maglione alla marinara, a collo alto,
pantaloni di velluto e scarpe di camoscio e la voce, la sua voce era colma di
tonalità affettive, sensuali. “Francesco - rispose Lucia, riavutasi dalla
sorpresa - quasi non ti riconosco, quanto tempo è passato! Ma sì prendiamo un
caffè”. E da quel giorno l’appuntamento al caffè si fece sempre più frequente.
A
volte il divenire, ancora a noi estraneo, piomba su noi come una massa possente
e problematica. Accadeva a Lucia che, di giorno in giorno, sentiva crescere
l’interesse di Francesco su di sé suscitandole un nuovo coinvolgimento emotivo.
“Cosa posso fare? -si diceva- Nulla, forse, il resto verrà da sé, come la
stagione di questo tardo autunno, che quest'anno si preannuncia bella e con un
sole tiepido e allo stesso momento ancora caldo”.
Spesso,
dopo il caffè, passeggiavano sulla spiaggia e più intensi si facevano le loro
parole. Lui la guardava e diceva: “Io amo il mare, quel mare che vedo nei tuoi
occhi così mutevoli nell’onda dei sentimenti”. Lei ascoltava sorpresa,
mormorando: “Sì è vero. Cambiano colore i miei occhi mutando condizioni, benessere
o malessere”. “Lo vedo- rispondeva lui -ora mi sembrano acque che scintillano
al sole”. Barbara, commossa si fece più vicina e lui la baciò. Non si sottrasse
e il bacio si fece più intenso e caldo.
Francesco
era ingegnere. Faceva progetti e costruiva ville, le belle ville di Forte dei
Marmi e da ultimo aveva preso a ristrutturare una casa di campagna,
nell’immediata periferia del centro, ereditata dai suoi nonni. La cura che
riservava ai lavori di modifica e restauro di quella casa si era intensificata
da quando aveva rivisto Lucia, la ragazza dei suoi sogni adolescenziali ed ora
vedeva in lei la donna con cui, era ormai sicuro, avrebbe formato famiglia, con
tanti figli, in quello splendido casolare.
Il
successo professionale aveva rafforzato la sua identità e non sentiva più
l’angoscia del vivere come gli accadeva nell’età adolescenziale. In quella fase
di vita, nel passaggio dalla campagna alla città, per frequentare le scuole
superiori, si era sentito diverso dai suoi compagni cittadini: non vestiva come
loro, non aveva un linguaggio facile e forbito, non riusciva a farsi un amico.
Preferiva
il silenzio e la solitudine, timido, impacciato e strano agli occhi degli
altri. Ma il suo silenzio non era povero come quello di chi è vuoto dentro o
non ha niente da dire. Era invece il segno di un modo di vivere pensoso e
serio, nutrito dei valori di casa, famiglia, religione e studio. Era la forma
mentis di un ragazzo con sane idealità di gentilezza, purità di cuore,
sacrificio, onestà.
Queste
sue doti infine vennero alla luce negli ultimi due anni del liceo, quando
sopravanzò tutti nella media dei voti in ciascuna materia. Vinse numerose gare
di matematica, d’informatica e nell’esame di maturità, oltre il massimo
punteggio, ebbe anche la lode. Un volo fu poi la sua carriera universitaria e
appena a ventitré anni si laureò in ingegneria. Anche l’esperienza della leva
militare fortificò il suo essere. Era stato assegnato al corpo aeronautico e
conquistò perfino il brevetto di pilota.
Per
tutte queste conquiste il suo passato era assunto e vissuto nel presente, ampiamente
prodigo di riscatto di tutti gli anni di sottili sofferenze, di sacrificio e di
studio serio e cosciente. Ora era diventato uomo capace di decisione autonoma
verso l’azione e di dispiegare le sue possibilità più profonde per andare
incontro al futuro con gioia e con l’amore di Barbara.
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