Si legge meno e superficialmente, i
giovani mostrano difficoltà ad avvicinarsi al libro: l’importanza della
passione e della fantasia
di Cristina Podestà
(Commento a Il
tempo per leggere, PL, 10/10/19)
Riflettere sulla lettura è una vera
e propria terapia contro l'abbrutimento dello spirito e della cultura in
genere: non è che si legga soltanto poco da parte dei più, il problema è, soprattutto,
che cosa si legge. C’è interesse per libri che trattano la vita dei cosiddetti
influencer, oppure "opere" di gente che, improvvisamente, si dichiara
scrittore.
La lettura è praticata molto poco,
sempre meno e per lo più da gente avanti con l'età. Seppur sollecitati, i
giovani non si avvicinano con gioia alla scoperta del libro.
Manca in effetti proprio lo stupore
che l’esperienza di leggere dovrebbe stimolare; la fantasia non viene
esercitata poiché tutto è a portata di mano e loro sono superficialmente
appagati dalla certezza dell'essere, come ben l'articolo suggerisce.
Spesso nel mio lavoro mi sono
sentita chiedere se tutti i testi degli autori antichi che proponevo fossero
utili al giorno d'oggi! Per fortuna, quasi sempre, pazientemente sono riuscita
a far cambiare idea a chi aveva formulato un pensiero oggi cosi comune... ma
quanta fatica!
Un nemico molto arduo da combattere è non solo l'ignoranza sempre più diffusa, quanto la vera e propria anestesia dell'anima che non vuol saperne di scrollarsi di dosso questa abulia e di sforzarsi per trovare nuovi scopi e nuovi interessi, attraverso una riscoperta dei valori profondi che si possono suggerire facilmente da una buona lettura.
Un nemico molto arduo da combattere è non solo l'ignoranza sempre più diffusa, quanto la vera e propria anestesia dell'anima che non vuol saperne di scrollarsi di dosso questa abulia e di sforzarsi per trovare nuovi scopi e nuovi interessi, attraverso una riscoperta dei valori profondi che si possono suggerire facilmente da una buona lettura.
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