lunedì 21 ottobre 2019

Mani senza

Mani che accolgono, che rifiutano, che scelgono altro: simbolo di trasporto e negazione, e di mutamenti

di Laura Maria Di Forti

Hai visto cosa hai fatto?
Hai preso tutto l’amore, immenso e sconsiderato,
l’amore puro e incontaminato che io provavo per te
e lo hai malmenato, lo hai trafitto,
lo hai lasciato cadere come hai lasciato cadere la mano che ti tendevo.
E hai preso, afferrato, stretto un’altra mano da accarezzare,
un’altra, sì, ma forse solo perché a te sconosciuta,
preda ancora incontaminata,
mistero fascinoso tutto da rivelare.
Poi, quando non ci saranno più segreti da scoprire,
nuovamente andrai alla ricerca di nuove sensazioni e di nuovi futili amori
perché sei un insaziabile divoratore,
mai soddisfatto, eternamente avido,
incolto giacché ignori la sapienza della dedizione,
non conosci la pazienza delle attese,
lo scorrere dei giorni abbandonati in un unico comune sogno.
Ora sono sola,
raminga in un deserto pieno solo di ricordi e di rimpianti,
solitaria figura straripante di virtuose lacrime amare
e senza una mano a cui tendere la mia.

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