Nei giorni di festa, ci si riunisce numerosi intorno ad una tavola: un
pensiero a chi non ha famiglia e a quanti non lo dimenticano
di Marina Zinzani
“Non esiste modo
migliore di gestire la propria vita se non toccare la vita di un altro, con
amore e un sorriso”(Og Mandino).
Ci
sono addobbi, vetrine sfavillanti, alberi di Natale originali, il pensiero dei
regali, il cibo in abbondanza, le tradizioni da rispettare. C’è un Natale in
cui ci si ritrova in famiglia, un momento particolare in cui si sottolinea l’importanza
di un nucleo.
Ma
c’è anche chi la famiglia non ce l’ha più, e la vita si è abbattuta con
crudeltà su queste persone. Persone che vivono ai margini, dimenticate, sono
invisibili, solo misteriose presenze fra giacigli di coperte sotto i portici di
grandi città, con la gente che va di fretta.
Alcuni
si sono fermati, hanno rallentato, hanno visto. Alcuni hanno voluto dare un
significato particolare a questo Natale. Sono i volontari che servono alle
mense dei poveri, che rendono questo Natale diverso per chi vive in difficoltà,
e dona loro un pranzo pieno di cose buone, e di tanta umanità.
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