Possono essere tanti i segreti in famiglia, per esempio a proposito del
rapporto tra genitori e figli. Ci sono delle preferenze? Amori che contano di
più?
di Marina Zinzani
Il
segreto che non si può rivelare. Mimetizzare la cosa. Negare, se necessario.
Interrogarsi, anche. Venire a patti con le proprie debolezze. Cercare il
meglio, e non doversi sentire in colpa per questo. Sentirsi umani, non
infallibili. E comunque seguire il cuore, non sentirsi sbagliati. L’importante
è negare, per non creare complicazioni e discussioni a non finire. Comprenderne
i motivi, in silenzio. Che la cosa resti in silenzio.
Perché
un genitore non può dire che preferisce un figlio rispetto all’altro, o agli
altri. Discorso crudele, diffuso, antico come la notte dei tempi, in cui si
scontra la parte umana del genitore, con le sue debolezze, con le affinità
condivise, con le sue aspettative e ambizioni e dall’altra parte c’è il senso
dell’errore, che paga inevitabilmente il figlio meno amato. Il quale si sentirà addosso questa sensazione
di disagio, di ingiustizia, ne verrà condizionato durante l’infanzia, negli
anni futuri, forse per tutta la vita.
La
sensazione di non essere sotto la luce potente del genitore lo farà vagare alla
ricerca di altri affetti, del proprio valore attraverso studi, successi, o
scatenerà rabbia, comportamenti distruttivi. Il genitore simula una eguaglianza
e un pari trattamento, ma spesso non riesce a nascondere l’idem sentire, la
stessa onda, una motivazione particolare che fa preferire un figlio a un altro.
Quando questo succede, la strada per l’altro è in salita, una salita che può
durare anche tutta la vita.
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