Natale, la magia di una festa senza età.
di Laura Maria Di Forti
Chi non
conosce il Natale? Per i credenti ricorda la nascita di Gesù, ma anche gli
atei, gli agnostici, i distratti e quelli che tutto l’anno pensano solo a sé
stessi, almeno nel periodo natalizio, cercano di essere migliori.
E in
questa atmosfera di rinnovato amore e di sorrisi elargiti come fette di
panettone e pandoro, le decorazioni luccicanti ci danno l’impressione che il
mondo sia più bello e pertanto, come insegnavano gli antichi greci, anche
migliore.
Non c’è
casa o ufficio o negozio senza alberi decorati o presepi. E per alcuni,
autentici depositari di antiche abilità manuali, l’allestimento di questi
rappresenta il coronamento di lunghe ore di lavoro.
In casa
di Laura e Piergiorgio il rito delle decorazioni (perché di un rito vero e
proprio si tratta e non di un semplice addobbo) comincia il venerdì e, di
regola, termina la domenica.
Ma
quest’anno, complice l’insana voglia di rinnovo e di miglioramento di ornamenti
già consolidati, la preparazione di tutto il castello di alberi, centrotavola e
presepe, è cominciato come di consueto di venerdì ed è terminato il giovedì
della settimana dopo. Sette giorni di lavoro, impegno, tentativi falliti,
acquisti spasmodici alla ricerca della presa mancante, del cartoncino leggero
ma resistente e del rotolo di cielo stellato brillante ma non troppo.
In
questi giorni sono stati recuperati da cantina e soppalchi l’occorrente
necessario al teatro natalizio, l’albero è stato vestito di luce e di palle
colorate e vetro trasparente, di rose e di pigne, il tavolo è stato
impreziosito da una ghirlanda di pino con candele, mele rosse e pungitopo,
mentre in alcuni angoli sono stati sistemati deliziosi angeli di vetro oranti o
in posa di provetti suonatori di arpe e trombe annuncianti.
Il
presepe di Laura e Piergiorgio è composto unicamente dalla Sacra Famiglia, da
un angelo vestito di velluto color porpora e da un solo pastore leccese,
assurto a rappresentante di tutti i buoni credenti riuniti intorno al Bambino.
Ma il lavoro maggiore, quello che più di ogni altro orpello ha richiesto
sforzi, ingegno e tempo, è il paesaggio invernale, composto da minuscoli
personaggi vestiti in stile vittoriano, da casette e lampioncini illuminati e
alberi innevati.
Talvolta
altri impegni hanno distolto dal loro daffare natalizio i nostri eroi (e come
chiamare diversamente i nostri due protagonisti che dedicano tanto tempo
all’addobbo casalingo?), ma loro, impavidi lavoratori fedeli alla consegna che
si erano dati, hanno deciso di rimanere spesso fino a tarda ora per tagliare, incollare,
segare e inchiodare pur di vedere finalmente concretizzati i loro sforzi.
Alla
fine, Laura e Piergiorgio sono riusciti nel loro intento. La casa è addobbata
per le feste natalizie anche se i figli, che fino a qualche anno prima
contribuivano all’impresa con sottofondo di canti, risa e tanta allegria, ora
appena si sono interessati al lavoro meticoloso di mamma e papà. Quando tutto è
finito si sono limitati ad applaudire il lavoro terminato che a loro nulla è
costato in termini di tempo e di sforzo.
Così,
alla fine della settimana, tutto è pronto per i festeggiamenti e torroni e
panettoni sono sistemati nel cesto sotto l’albero dove un tempo, quando i figli
erano ancora bambini, venivano disposti i giocattoli la notte del 24 dicembre.
Notte magica ricca di sorprese.
E ora?
Ora tutti sanno che Babbo Natale non esiste ma Laura e Piergiorgio continuano a
decorare la loro casa un po’ per abitudine e un po’ nella speranza di ritrovare
l’antica magia che caratterizzava i trascorsi Natale quando i figli erano
piccoli e si mettevano in ginocchio a scartare i pacchi contenenti i loro
sogni, una bambola, un treno, un libro di favole.
E in
fondo, non è forse una favola il Natale? Così dovrebbe essere. La favola di un
Bambino che è sceso dal cielo per farci tutti fratelli. E allora, con o senza
albero, con o senza luci, decorazioni e stelle scintillanti, ognuno di noi
dovrebbe portare nel cuore il presepe, simbolo della nascita di un bimbo che è,
innanzitutto, il nostro grande Padre.
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