di Cristina Podestà
Ha una ferita in fronte e nessuna memoria di sé. Se non il suo nome. Perché si trova lì, da sola, a tarda sera senza ricordare cosa è successo? La sera è mite e alcuni passanti si fermano a guardarla. Poi uno osa.
“Ciao hai bisogno di qualcosa?”
“Mi chiamo Teresa. Non so cosa mi sia successo. Aiutatemi!”
Il signore si preoccupa, prende al bar ancora aperto una bottiglia di acqua e gliela porge. Ecco Teresa l’ha prosciugata. Aveva sete ma neppure quello sapeva. Si fermano adesso alcune altre persone. Chiamano un’ambulanza e la polizia.
Il viso è bello e fresco, è giovane e molto fine, deve essere di buona famiglia. Arrivano i soccorsi medici, cercano di capire qualcosa di più. Nulla, la ragazza è in evidente stato di choc.
Giunge la Polizia che, appena Teresa viene caricata sull’ambulanza, la segue senza sirena.
Il mistero c’è ma oramai Teresa, con i suoi segreti, i suoi sorrisi e i sogni, le sue inconfessabili paure o i timori della notte, sono stati consegnati in mani buone.
Bisogna guardarsi intorno; dobbiamo intervenire, non ignorare il prossimo e non interessarci solo a noi stessi! Grazie passante sconosciuto. Stasera hai salvato una vita.
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