La pandemia provoca fratture nella società: manca la consapevolezza d’essere tutti sulla stessa barca
di Cristina Podestà
Si prospettano giorni difficili che credevamo aver archiviato. Una lotta tra poveri per una pandemia per cui siamo tutti innocenti. Si discute del nulla e di tutto, senza cognizione di causa.
Ci si accusa reciprocamente di essere sciocchi, di non vedere oltre il proprio naso, di essere ottusi. Ci si offende con brutto modo di esprimerci. Ci si scontra per una questione in cui siamo tutti sconfitti.
Ci guardiamo sospettosi e con fare ostile. Ci facciamo una guerra talora silente, talvolta gridata, sputando epiteti vergognosi e stupidi, senza capire che siamo tutti sulla stessa barca. Ignoranti e sciocchi, gli uomini di oggi! C’è una gara al miglior trasgressore, a chi infrange la legge in modo creduto furbo.
Povera umanità. Prostrata, frustrata da qualcosa di grande e grave, che l’ha sorpresa ed ha annullato le presunzioni di invincibilità, di arroganza e strafottenza. E noi invece di cambiare, di allearci come ben suggeriva Leopardi nella sua ultima fase filosofica della Ginestra, ci facciamo ancora più del male. Non ci meritiamo altro se non l’estinzione?
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