di Marina Zinzani
La società non ama i ribelli, sono spesso schegge impazzite che possono compromettere equilibri fondamentali. In alcuni luoghi, sotto alcuni regimi, la ribellione è impersonata dagli intellettuali, dagli artisti, dai poeti. Il loro grido viene messo a tacere, anche col sangue.
La ribellione di tanti giovani, soprattutto nel mondo capitalistico, viene espressa attraverso la musica, l’abbigliamento, l’aspetto esteriore, accompagnato a volte dall’uso di sostanze, come alcol o droga.
Quando non lo è, non si fa uso di queste cose, rimane comunque una ribellione che non trova veri sbocchi. Forse perché è comunque guidata da qualcuno in alto, che in tutto questo ci guadagna. Solo le voci libere riescono a ribellarsi, pagando spesso un prezzo altissimo.
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