di Cristina Podestà
Marinella era arrossita. Il senso di colpa che provavano entrambi era ancora sospeso e inespresso tra loro.
Non riuscivano definirlo entro certi contorni, a dargli una precisa collocazione e mutava di intensità ad ogni cambiamento di umore o direzione.
L’aria fredda le graffiava la gola ma la faceva sentire viva e presente.
Rivedeva Andrea dopo un anno esatto dalla loro separazione e la botta di adrenalina che si era scatenata in lei era densa.
In fin dei conti si erano amati subito. Ma non avrebbero dovuto né potuto farlo.
Lei era la migliore amica della compagna di lui, e Andrea da sempre aveva un rapporto fraterno con Marco, suo marito.
Ma era scoccata una scintilla dal primo momento in cui si erano incontrati. Avevano tenuto a bada tutto questo stravolgimento emotivo, senza comunicarlo mai a voce ma i loro sguardi parlavano chiaro, ma soltanto a loro due.
Poi era successo l’inevitabile e da allora avevano cercato di allontanarsi fingendo impegni improvvisi quando avrebbero dovuto vedersi tra coppie, o viaggiare separatamente senza più combinare vacanze insieme.
Dopo un anno erano lì, per caso, per strada; nessuno dei due parlava, erano senza fiato.
Marinella si accorse di tremare ma non era per l’aria gelida; ad un certo punto, dopo un tempo indefinito, lei decise: gli fece un cenno con la testa e, stringendosi nel cappotto, proseguì il suo cammino, con le lacrime negli occhi e nel cuore, ma scegliendo la strada più facile e meno terribile per tutti.
Non si sarebbe più voltata indietro.
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