di Cristina Podestà
Ero innamorata allora, ero incerta sul mio futuro e avevo tanti sogni ancora da spendere! Mi piacevano gli anelli d’oro, vestivo preferibilmente di verde e blu, sorridevo con facilità. Avevo tanti amici, preventivavo viaggi, studiavo con caparbietà.
Uscivo la sera senza timori, andavo in giro contenta di incontrare nuove persone, compravo regali di compleanno che costavano poco ma che mi rendevano felice. Non c’erano di frequente brutte notizie in tv , andavano di moda la permanente e le scarpe a punta.
La trasgressione più grande era giocare la schedina, non c’era il cellulare e nemmeno il pc. E mi pare di rivivere alcuni di quei momenti, credo di sentire voci di allora, mi sento completamente immersa in una giornata di pioggia di quell’autunno.
Poi un clacson suona e l’incantesimo si interrompe. Mi ritrovo in un traffico insistente, in un giorno autunnale strano, con una forte preoccupazione per un virus letale, e l’eterea giornata degli anni ‘80 è sparita di colpo.
Arrivo a casa, fermo l’automobile e rifletto sul mio bel tempo passato. Però ho ancora voglia di scommettere su qualcosa, ho percezione di positività, intravedo riflessi di luce in fondo al tunnel.
Così salendo le scale saluto con calore il signore del piano di sopra che, scendendo e vedendomi, si aggiusta meglio la mascherina.
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