Il vecchio barbuto, che a Natale porta doni su una slitta trainata da renne veloci, incanta non solo i bambini
(Angelo Perrone) Esiste Babbo Natale? E perché mai qualcuno, piccolo o grande, dovrebbe dubitarne? Proprio ora che sta arrivando nelle case e se ne avvertono le tracce. Ci siamo quasi e non manca che lui, Covid permettendo. Si programmano festeggiamenti, si pensa ai regali.
Le luminarie sono al completo e già accese ovunque. Gli abeti sono stati piazzati nelle grandi città, attirando curiosi e distratti, e ce n’è anche di malconci.
Le vetrine sono sfavillanti e ricolme di proposte, incuriosiscono i passanti. Imbacuccati per la temperatura rigida, e quasi tutti coperti dalle mascherine d’ordinanza. La pandemia rallenta ma non frena la corsa ai regali né l’attesa. Manca poco ormai al giorno fatidico.
È lui, Babbo Natale, il protagonista della notte per la maggior parte dei bimbi del mondo, un mito che non sbiadisce e che cattura anche i grandi. Il vecchietto vestito di rosso, con la panciona e la barba bianca, è già partito dal paesino della Lapponia a bordo della slitta trainata da renne.
Farà visita ai bambini ovunque e porterà loro regali. Poi, com’è venuto, farà il viaggio al contrario e finalmente potrà riposarsi, almeno sino all’anno prossimo, quando tutto ricomincerà da capo.
Alla leggenda si dice addio spontaneamente tra i 5 e i 7 anni, fanno sapere i pedagogisti, quando è naturale riporre il personaggio nella soffitta della fantasia, senza bisogno che gli adulti spieghino nulla. E senza che lo facciano anzi tempo con il risultato di provocare un piccolo trauma.
I bambini capiscono da soli e al momento giusto come stiano le cose, raramente fanno domande o chiedono spiegazioni. Anche la nuova consapevolezza sarà un momento importante nello sviluppo dei piccolissimi.
Rimane il fascino del vecchietto con il cappellaccio di lana rossa che porta doni, nei bambini ormai grandi, negli adulti divenuti a loro volta genitori. Si continua sempre a raccontare di quell’anziano soggetto che la notte di Natale entra in tutte le case, e si tramanda così la credenza magari infarcendola di nuovi particolari.
La cultura popolare alimenta il mito con favole, racconti e leggende, ma anche film, musiche e cartoni animati, talvolta certo banalizzandolo nella pubblicità e strumentalizzandolo per fini mercantili.
L’arrivo dell’uomo che viene dal mistero è circondato da immagini e storie, che si intrecciano con la vita quotidiana e vivono da sole. Credere a Babbo Natale fa bene ai bambini ma l’icona di bontà incondizionata e di generosità senza compenso coinvolge anche gli adulti, illustra l’aspetto misterioso della vita di tutti.
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