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Adattarsi

Quando la disponibilità è saggezza


di Marina Zinzani

“Così come l’acqua prende la forma del recipiente che la contiene, un uomo saggio deve adattarsi alle circostanze.” (Confucio)

È il segreto di molte cose, l’adattamento, lo spirito di adattamento. È la morbidezza dell’animo che lascia scorrere detriti nel fiume, i ciottoli appuntiti non si depositano sul fondo, scorrono fino al mare.
È la leggerezza che si può acquisire anche per magia, nei modi più impensati, che fa scivolare addosso una frase, un comportamento. È la capacità di alzare gli occhi e di guardare in avanti, dimenticando cosa c’è dietro.
Adattarsi e sopravvivere: un binomio vincente, che permette di modulare le urla, di farle tacere, di vedere un fine più ampio e di non fermarsi sul disagio del momento.
Certo, l’adattarsi può confinare con la rassegnazione, con la perdita di un sogno, di una meta, può diventare una sottile forma di apatia, senza quella ribellione a volte necessaria per risentire di nuovo la linfa vitale. Spesso l’adattamento confina con una forzatura su di sé, con qualcosa che si accetta, che si deve fare e non si vorrebbe fare. Ma questo è anche il prezzo del vivere con gli altri, del venire incontro agli altri, in nome dell’amore, dell’amicizia, di un qualsiasi tipo di relazione.
È un lasciare andare, un modellarsi, l’essere padroni di un piccolo processo alchemico: il protagonista è sempre quella parte di sé che si eleva. Anche attraverso quella che, superficialmente, può sembrare a volte una rinuncia, una sconfitta. Ma il saggio vede lontano, mira alla pace della sua anima: lì sta la vera vittoria.

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