Ammalarsi degli inganni
di Marina Zinzani
Perché ci inganniamo? Il nostro male non viene dall’esterno, è dentro di noi, risiede nelle nostre stesse viscere e riacquistiamo difficilmente la salute, perché non sappiamo di essere ammalati. (Seneca)
Si fa sera, si ritorna a casa. Una fila ininterrotta di auto è lo scenario consueto, i pensieri vagano, è snervante il traffico. È un giorno uguale a tanti altri, di cui non si ricorderà nulla.
Il film che si guarda la sera. Un bel film finalmente. Una storia che appassiona, di valore, il regista ha fatto altri film, interessanti come questo. Ma, ad un tratto, appaiono dei prodotti, una musica fastidiosa, è qualcosa di così forte che irrita, l’incanto è svanito.
Le incomprensioni e le cose non dette, quello che si tace per quieto vivere.
Girare continuamente attorno al passato: il guardare le ferite diventa annaffiare una pianta con delle spine, alimentarla. Continua a vivere, mentre dovrebbe essere lasciata morire, dimenticata.
Il chiudere gli occhi e nascondersi nella superficialità, alla fine un girare a vuoto, un barcamenarsi mentre il corpo manda segnali legati all’inquietudine, che non può manifestare con le parole.
È una ragnatela la mente, il passato, il presente, l’elaborazione dei fatti. Svanisce presto la poesia, dalla vita di un uomo. I giorni diventano pagine senza colore, tante sono le cose da fare, tanti gli obblighi, tante le perdite. È un labirinto in cui si cerca, in fondo, di trovare la strada giusta, in cui ci sia equilibrio, la sensazione di vivere pienamente, la leggerezza, e soprattutto l’amore.
Tutto verissimo.
RispondiElimina"un labirinto in cui si cerca di trovare la strada giusta"
e spesso il labirinto è al buio.
Grazie
Liana