di Marina Zinzani
Lorenzo, 38 anni, padre separato.
Sono stati giorni bellissimi al mare, dagli zii. Tutto perfetto, non potevo cercare di più.
Mio figlio Luca ha 5 anni e le nostre vacanze estive, io e lui da soli, sono finite. Sto ritornando a casa. L’ho riportato da sua madre, che non vive vicino a me, ha un nuovo compagno ed ha cambiato completamente vita, città, lavoro. Un tempo eravamo una famiglia, io, lei e il piccolo Luca.
Non avrei mai immaginato che anni dopo la mia estate sarebbe stata questa, che mi sarei ritagliato quindici giorni di vacanza solo io e lui, a trovare dei parenti che ci hanno coccolato, all’interno di una famiglia molto unita.
I miei zii sono stati molto accoglienti e Luca ha fatto subito amicizia con il figlio di mio cugino. Siamo stati ospiti nella loro casa al mare, abbiamo passato davvero giorni sereni, i bambini giocavano, ogni mattina andavamo al mare, noi adulti parlavamo, ricordando gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, abbiamo tutti riso per qualche aneddoto della famiglia. Mia zia cucina divinamente, ogni volta è stata una sorpresa. Perfino un suo piatto di spaghetti al pomodoro è indimenticabile.
Torno al mio piccolo appartamento, ricomincia la solita vita, le ferie sono finite, c’è la ripresa del lavoro, i problemi da affrontare ogni giorno con il sottofondo delle sfuriate del capo, il mangiare in mensa con i miei colleghi, un lungo autunno e un infinito inverno davanti. La palestra di sera, una birra con un amico, che vuole presentarmi una ragazza, o un’altra donna che ha una storia simile alla mia. La storia di chi non ha avuto fortuna.
Un matrimonio che sembrava il preludio alla felicità, e dopo la nascita di Luca cosa ci mancava? Ho pensato tante volte che se non mi avessero obbligato, al lavoro, a quella lunga trasferta le cose sarebbero andate diversamente. Sarei stato vicino ad Elena in un momento, dopo il parto, in cui si sentiva fragile. L’aiuto l’aveva cercato dai suoi, sua madre le era stata molto vicina, ma alla fine si era creata un’unione madre e figlia di cui mi sentivo, a volte, escluso. Io ero quello che lavorava lontano, che non c’era mai.
O forse non è stato per quel periodo forzato di allontanamento. Anche se ero obbligato ad accettare la trasferta, se volevo tenermi il lavoro. Le cose cambiano, l’amore è una polverina che va e viene, va coltivata, seguita, curata, mai dispersa. E a volte non contano neanche tutte le mille attenzioni verso l’altro. Le persone cambiano, un giorno non ritrovi nell’altro il porto sicuro, un giorno l’altro appare un estraneo che ti ha mosso un’accusa ingiusta, o ha girato il volto altrove. Mentre prima bastava uno sguardo per capirsi.
La sofferenza di un uomo che esce di casa non è mai sufficientemente narrata. Manca il piccolo, manca come l’aria. E tutto peggiora quando tua moglie porta a casa un nuovo compagno che farà le veci, anche senza volerlo, del padre.
Le vacanze sono finite, torno a casa. Va così ora. Migliorerà forse, magari anch’io mi rifarò una vita. Non voglio rimanere solo per sempre. Arriva un messaggio. È di mia zia, che mi manda delle foto che ha scattato al mare, io e Luca e tutti quanti, in quel momento sorridenti, quasi felici.
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