Gola di luci: una poesia di Giorgia Deidda

(Giorgia Deidda)     ▪️Era l’ultimo quarto di luna.
Uscii nel bosco ed attraversai il sentiero di pini
sentendomi toccare dalle gocce di pioggia
che cadevano dagli alberi anneriti,
e la terra bagnata la sentivo tutta
tra la fragranza del diluvio
e la freschezza dell’aria risanata.
Mi sedetti sull’erba a rimirare le stelle;
Venere formava una gola di luci
con l’altre costellazioni d’intorno,
e io mi beavo nel cercare di uniformare quei puntini
per costruire il tuo volto,
che già m’andava a tormentare giorno e notte.
E qual miglior bellezza della natura
che ti addormenta sulle rive d’alba accompagnata,
e ti culla con le sue tramontane e parole
che puoi ascoltare tra strumentazioni d’abeti
e frascichi di pioggia,
o ticchettii di stelle?
Chi ha orecchie per intender, intenda
“che solo chi sa ascoltare,
potrà divenire tutt’uno
con essa”.

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