L’eco di Montmartre, memorie sospese

(Marina Zinzani)    ▪️Indietro non si torna mai. È vero. Non si torna a quei giorni in cui si scendeva lungo le stradine di Montmartre e si assaporava la vita che si risvegliava al mattino, i negozi di frutta e verdura, le panetterie con l’immancabile baguette, i fiori che si ammiravano dalle vetrine, confezionati con la grazia di un tocco sensibile.

Il fervore degli artisti

Il percepire quello che c’era stato molti anni prima, in quel luogo, in quelle case, in quei ristoranti: il fervore di artisti, di pittori che non vendevano quadri, in cerca di un successo che non arrivava mai, sfiniti dalla povertà ma vibranti, come se un’onda magica e benefica si fosse posata su di loro.

Vite erranti

Il sogno, l’emozione, l’amore, la sofferenza: il dare voce attraverso una tela ad un’idea, ad un sussulto del cuore. Luoghi che parlavano, racconti di storie, di vite erranti, la giornata e le sue promesse, mentre i raggi del sole illuminavano il volto, regalando un sottile calore. 

La gioia persistente

Indietro non si torna mai. I ricordi si fanno confusi, una nebbia sembra avvolgere tutto, però, però la gioia di quei momenti sembra di sentirla ancora, a tratti, se si chiudono gli occhi.




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