Storie quotidiane,
quando prevale il senso del dovere
di Marina Zinzani
I
pompieri dell’11 settembre, te li ricordi i pompieri? Sono entrati nelle Torri.
Una
mia amica ha avuto bisogno di cure, è stata ricoverata in ospedale. Ha trovato
gentilezza, disponibilità, efficienza da tutto il personale, soprattutto dagli
infermieri. Anche una parola buona, fra le flebo, può rendere migliore la
giornata.
Il
poliziotto, quello sulla strada, quello che ferma una macchina e non sa chi c’è dentro. E’ lì, e pensa a sua moglie,
alla sua bambina. All’apparecchio dei denti della piccola, che costa, e tanto.
E la sua paga è quasi da fame, con una famiglia da mantenere.
Il
volontario della Caritas, quello che distribuisce pasti, file sempre più
lunghe, anche italiani ci sono, e tanti ormai. Il suo tempo sottratto alla
famiglia, ai suoi hobby, alle amicizie. Ma ha lo sguardo sereno, e il sorriso
sulle labbra.
Quello che dietro una scrivania vorrebbe migliorare un po’ il
mondo, togliere di mezzo un delinquente, una rete di delinquenti, che spacciano
droga davanti alle scuole, che entrano nelle case e portano disperazione, che
fanno perdere la gioia, il senso di famiglia, il senso di se stessi.
Quello che
sta dietro una scrivania si sente solo, gli ostacoli sono tanti, come birilli
da scansare. La sera chiude la luce del suo ufficio. Sente che è poco quello
che fa, quello che riesce a fare. Ma è leggero il suo passo, pulita la sua
coscienza.
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