Ci rimane più impresso il ricordo
del dolore di quello della felicità?
di Laura
Maria Di Forti
Kahlil
Gibran diceva: “Puoi dimenticare la persona con la quale hai riso, mai quella
con la quale hai pianto”. E forse è proprio vero. Ridere è facile, eppure si
dimentica facilmente ciò che ci ha tanto divertito, ma il volto di chi ha
ascoltato il nostro dolore rimane impresso nella nostra mente, indelebile,
granitico.
E come
dimenticare chi ci ha preso la mano, guardato nel profondo della nostra anima,
chi ci ha donato il sorriso della partecipazione e ci ha sorretto nel cammino
della rassegnazione?
Il
tempo sfumerà ogni cosa donandoci l’ombra dell’accettazione. E allora ci
saranno momenti in cui ci sentiremo felici e allora scherzeremo e ci lasceremo
andare ma poi, improvvisamente, ci assalirà un pensiero. Il ricordo del dolore. E allora
potremo anche continuare a ridere, ma è solo finzione. Si è veri solo nel
pianto. Lì, noi siamo sinceri fino alla fine.
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