I risvolti negativi della bellezza, nell’amicizia, nell’estetica,
nella natura: ma il brutto può nascondere delle perle
di Marina Zinzani
Se
ti fai un infuso di oleandro puoi andare incontro a una bella intossicazione,
non tutto quello che sembra così bello fa bene.
Ascoltare
i consigli delle nonne, smentire Plotino, non è vero che il bello è buono, il
bello può fare male, molto male. Vallo a dire a quello che ha lasciato famiglia
perché Cupido è sceso un giorno e gli ha mostrato una donna, giovane, bella,
avvenente, e voila! Tutto svanito, il passato, i figli, la moglie, tutto
abbandonato per il bello sublime raccontato dai poeti, l’amore, quello
incontrato una volta o due nella vita!
Il
bello era buono? No. Lui ora è stato lasciato e vive in una casa da solo, vai a
sapere.
L’amicizia
più vicina, più gentile, più comprensiva può rivelare un giorno, attraverso una
parola sfuggita, una mezza parola, una parolina, una punta d’invidia che non ti
aspettavi.
Un
abito che si presenta bene può dare dopo qualche ora la sgradevolezza del
sintetico.
E
allo stesso modo le piante che crescono nel fango, vedi il fiore di loto, può
dare fiori bellissimi che si aprono alla luce, rigogliosa bellezza impensata,
se si fosse guardato l’acqua salmastra prima che il fiore sbocciasse.
La
mano rugosa di un barbone può condividere un momento di verità come pochi, che
neanche il migliore amico ti ha saputo dare.
I
libri polverosi hanno verità, sono antichi, classici li chiamano, sì, forse, ma
è nascosta lì l’emozione ricercata, quella frase che serve, che accomuna,
tragitto che qualcuno ha passato prima di te e che l’ha raccontato, scritto. E
non è un bestseller ora, non è negli scaffali, non è di moda.
I
fiori di oleandro sono velenosi, lo sapevi?
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