Ricordo di un maestro di studi e di vita
di
Paolo Brondi
Ho
appreso della morte di un mio professore di storia della filosofia e medicina.
Quando un mio amico me lo ha detto, sono rimasto costernato e per un attimo ho
avvertito un senso di frattura, non fra due mondi, fra due tempi (quello in cui
il professore viveva e l’oggi), un sentimento tenuissimo, quasi sapere
inconscio, della fragilità della vita.
Poi
è sopraggiunta la riflessione e la cosciente certezza di quanto stimassi quel mio
buon professore che, quando mi esaminava, ancora si entusiasmava nel ricercare
di risolvere i misteri kantiani. “Che cosa è l’immaginazione; che cosa è il
pensiero?” Andava chiedendo a sé stesso e, con tale luce negli occhi, con tale
anelito che assistente ed esaminato lo guardavamo silenziosi e invasati dal suo
continuo straordinario filosofeggiare.
Ascoltavo
le sue lezioni ed erano belle anche se Hegel, la sua fenomenologia, faceva
sudare la nostra acerba mente: ma quanta esaltazione in noi per quello che
venivamo conquistando: nasceva in quelle ore la consapevolezza che chi sedeva
in cattedra era un uomo, un caro prof. che non nascondeva i suoi imbarazzi, le
sue incertezza, nel tradurre, in un linguaggio comprensibile, il filosofo
tedesco.
Non
era il docente, il prof., là sulla cattedra, ma la nostra guida, colui che
s’arrampicava sul monte del sapere, faticando come noi, i suoi allievi. Caro
prof., t’interrompevi sovente, mentre la “scienza dell’esperienza della
coscienza” riposava un po’ nella scoperta dei suoi errori. E tu fumavi la tua
eterna sigaretta: scendevi dalla cattedra, figura tarchiata di sincero
siciliano ; occhiali neri, con lenti bianche e spesse; mani piccole e gentili; sempre
vestito di scuro.
Ti
accostavi a noi e, pur non scendendo in terra dal tuo bel mondo di idee e di
ricordi, ci avvinavi a te, alla tua semplicità. I tuoi ricordi divenivano
nostri; era il tuo mondo e noi lo capivamo perché eri tu a farcelo capire, eri
tu, in quel modo misterioso, ma chiaro, che è proprio dei veri insegnanti, a
trasmetterci il concetto antico dell’insegnamento che è una missione. Addio,
caro maestro non solo di filosofia, ma di vita.
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