Un senso positivo della vita, dietro l’invito a considerare che anche le
cose brutte finiranno
di Marina Zinzani
“Si
dice che un re orientale, una volta, dette l’incarico ai saggi di inventare una
frase, che dicesse una realtà appropriata in tutti i tempi e le situazioni,
senza perdere efficacia. Essi gli presentarono la seguente: “E anche questo
passerà” (Abraham Lincoln).
E’ notte, una notte speciale. In
lontananza si vedono fuochi d’artificio, si sentono botti. E’ l’ultimo giorno
dell’anno.
Immaginazione che viaggia: amici che
si ritrovano al ristorante, e stappano lo spumante a mezzanotte, allegria, meno
10, 9, 8… e l’anno nuovo inizia, auguri, auguri!!!
Penombra di una stanza,
dall’ospedale. Maria non vede l’ora di uscire, di fare piccole cose, che ora
appaiono preziose.
E’
sera, e i figli sono usciti. Pietro non esce a festeggiare, i ristoranti
costano, i cenoni sono fuori dalla sua portata in questo momento. Un anno da
dimenticare, cassa integrazione, forse chiusura dell’azienda. Una fetta di
panettone, guardare un po’ la tv, vedere i festeggiamenti degli altri da
lontano. Sua moglie gli è accanto. Non si sente solo, questo importa. E spera
in un piccolo miracolo per il prossimo anno, lavoro, stabilità, un futuro meno
incerto.
Serena
va alla festa dell’ultimo dell’anno. Si è vestita bene, ma l’eleganza non
corrisponde alla gioia nel cuore. Una relazione in cui credeva è finita, e lei
è tornata ad una solitudine dolorosa. Il disincanto e il desiderio di trovare
una brava persona. Pensieri mentre va in macchina alla festa, tentativi di
dimenticare i progetti mai realizzati, i sogni calpestati. Anno che finisce,
meglio così.
Tre
solitudini e ciò che resta attaccato, in modo negativo. Un desiderio:
dimenticare, far passare la notte, come diceva Eduardo. E risvegliarsi
l’indomani con un sole pieno di opportunità.
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