Un po’ di imperfezione, per favore, in questa estate post Covid
di Laura Maria
Di Forti
Ormai siamo in piena estate, tempo di sole e di mare.
Tempo di vacanze, insomma. Lo sanno bene i ragazzi che attendono questa
stagione per smettere di studiare e di tremare ogni volta che il professore
scorre il dito sul registro. “Oggi interroghiamo…”
E lo sanno bene anche gli impiegati che aspettano i
loro sacrosanti venti o trenta giorni di pausa dal lavoro in cui non avranno da
fare con clienti arroganti o villani, colleghi invidiosi e, magari, amanti in
trincea. E sì, perché poi, diciamola tutta, c’è chi nel periodo estivo fa nuovi
incontri e chi, invece, si riposa dal doppio compito di coniuge coscienzioso e
amante perfetto. Di perfetto, in effetti, non c’è proprio alcunché.
L’estate ci porta in luoghi bellissimi, nuove mete da
scoprire, in Italia o all’estero, in città d’arte o in luoghi di mare o
montagna, in campagne favolose, con contadini che ci riempiono di insalate
freschissime, frutti carnosi e specialità locali da leccarsi i baffi. Oppure ci
riporta nei luoghi d’infanzia per un tuffo nel passato, o anche in
pellegrinaggio nei luoghi sacri di culto. Insomma, ognuno ha il suo posto
ideale dove ricaricare le pile scaricate durante gli altri undici mesi
dell’anno. E in questo 2020, poi, dopo la pandemia e nonostante tutte le
precauzioni che ancora dobbiamo usare, di vacanza ne abbiamo proprio bisogno.
Siamo stati agli arresti domiciliari per tanto tempo, abbiamo ora il diritto di
buttarci tutto alle spalle.
Eppure, nonostante si abbia l’impressione che tutto
sia tornato come prima del coronavirus, in realtà la paura del contagio esiste
ancora e deve spingerci a non trascurare le norme di sicurezza, a non lasciarci
più cogliere impreparati da questo terribile e temibile virus. Siamo ancora
alla sua mercé, siamo ancora in balia di un nemico invisibile e crudele.
E allora? Allora ridiamo, scherziamo, stiamo in
compagnia ma con giudizio, tenendo la mascherina e disinfettandoci spesso le
mani nel rispetto, sempre, del distanziamento sociale. Insomma, la parola
d’ordine di questa estate deve essere “responsabilità”.
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