Attraversare la strada, questione di civiltà ed educazione
di Davide Morelli
Quando attraverso
sulle strisce sono poche le macchine che si fermano. Soprattutto quelli con i
Suv (che hanno sostituito le berline di un tempo) aumentano la velocità. Hanno voglia
di fare le pubblicità progresso! Cammino all'alba o poco dopo. Quindi molti
automobilisti sanno che non ci sarebbero testimoni. Non ci sono telecamere e a
quell'ora neanche vigili o carabinieri. Quando qualche automobilista ferma la
sua vettura per farmi passare -evento raro- lo ringrazio, facendogli un cenno
con la mano.
Sarebbe un
suo dovere fermarsi. Dovrebbe essere la regola, ma visto che è una mosca
bianca lo ringrazio perché ha dimostrato senso civico per quella volta. Forse
si tratta anche di mostrare una certa risolutezza ed attraversare la strada con
piglio deciso. Ma io non voglio rischiare. Ogni volta che si cerca di
attraversare la strada il pedone e l'automobilista iniziano una negoziazione in
cui è quasi sempre questo ultimo ad avere il coltello dalla parte del manico.
È tutto uno
scambio di sguardi. L'automobilista guarda se il pedone si avventura o meno
sulle strisce. Nel giro di un secondo deve calcolare se fa in tempo a passare
prima con la macchina oppure decidere di far passare il pedone. Ci sono due
attori in gioco, in cui uno è avvantaggiato. La decisione non può essere
unilaterale. Spesso prevale il buonsenso.
Non sempre le
strisce si vedono. In molti punti sono molto sbiadite, talvolta quasi
scomparse. In caso di incidente vorrei essere risarcito e ho paura che diversi
sarebbero i pirati della strada. Preferisco non rischiare. È anche l'occasione che
fa l'automobilista incivile. Ogni anno è una strage di ciclisti e pedoni sulla
strada. Dovrebbe essere affare di stato la sicurezza sulle strade. Le cifre non
sono degne di un paese civile, anche se l'incidente può capitare a chiunque.
Basta una distrazione.
Una volta o
l'altra mi mettono sotto quando vado a camminare. Oggi ho attraversato sulle
strisce ed uno con una macchina di lusso ha accelerato invece di rallentare. Ci
sono anche alcuni che si credono padroni del mondo o della strada. Si potrebbe scrivere
sulla macchina come status symbol o addirittura come "carta di
identità", cantava anni fa Max Pezzali. Comunque ho mandato a quel paese quell'automobilista.
Oggi mi è scappato. Ho sbagliato perché non si sa mai in chi possiamo
imbatterci. I violenti sono sempre dietro l'angolo.
Quando stavo
ritornando a casa la stessa macchina ha sgommato, voleva venirmi dietro forse,
io me ne sono accorto e forse ci ha ripensato. Se venissi aggredito potrei
documentare tutto con il telefonino, ma qualcuno potrebbe anche spaccarmi il
telefonino. Se poi un energumeno ti aggredisce e ti manda all'obitorio si
prenda una pena esigua! Tutto questo potrebbe accadere per un semplice
vaffanculo.
Tre giorni fa
ho attraversato in un altro punto e mi sono accorto all'ultimo che stava
arrivando a velocità sostenuta una macchina in contromano. Questa volta era una
utilitaria. A bordo c'erano una donna sulla sessantina e al suo fianco molto
probabilmente la sua nipotina. Il bello è che anche in questo caso la donna mi
ha visto ma non ha rallentato. Il pedone ma anche il ciclista non vengono
tutelati. Il guaio è che tutti vanno sempre di fretta.
La colpa è del
mondo che va di fretta? No. È questione di avere un minimo di civiltà e di
rispetto verso il prossimo. In entrambi i casi era questione di rallentare un
poco, cioè di perdere al massimo tre secondi del proprio tempo. Si vede che tre
secondi del proprio tempo valgono di più della vita altrui o comunque dell'incolumità
altrui.
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