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🚨 Democrazia soffocata: non basta il voto, serve il confronto

Immagine che evoca il periodo di Socrate, la libertà d'espressione e il timore del soffocamento dei diritti.

(a.p.) ▪️

Si muore per eccessi, e anche mancanza di dibattito e garanzie.

La stampa è nemica del popolo? Le sentenze sgradite sono caccia alle streghe? O peggio fake news? Non è solo retorica elettorale: è il tentativo di soffocare il dibattito democratico.
La democrazia liberale non è una dittatura della maggioranza. È un sistema dinamico e, per sua natura, rumoroso e conflittuale. Questo è il suo punto di forza, non la sua debolezza. Eppure, in molte società occidentali, assistiamo alla rapida diffusione di un atteggiamento politico, spesso veicolato dalle forze di destra, che non tollera e anzi cerca attivamente di delegittimare i meccanismi critici che ne sono il fondamento.

Il pericolo della delega in bianco

L'idea che la vita democratica si esaurisca nel "rito delle elezioni" e che chi vince abbia una delega in bianco per operare senza freni è una distorsione pericolosa.
Il confronto democratico non è un evento, ma un processo continuo, che deve coinvolgere visioni diverse ogni giorno della vita pubblica. La politica è l'arte della mediazione, non del comando assoluto.

Gli strumenti della democrazia 

Gli strumenti che rendono la democrazia viva e sana – e che ora sono sotto attacco – sono molteplici.

• I contro-poteri istituzionali

I corpi indipendenti, come la Magistratura, la Corte Costituzionale e le Autorità Garanti, non sono "organi di opposizione". Sono i custodi della legalità e dell'imparzialità, essenziali per assicurare che il potere della maggioranza resti sempre all'interno del perimetro delle regole (civili, penali, amministrative). Attaccare il loro ruolo o la loro indipendenza è il modo più diretto per scardinare lo Stato di diritto.

• Gli strumenti critici della società 

Università, stampa indipendente, think tank non allineati e la società civile sono il tessuto connettivo che produce analisi, informazione e dissenso. Vengono spesso etichettati come "nemici del popolo" o come parte di élite ideologizzate, nel tentativo di disinnescare la loro capacità di critica razionale.
Questa strategia di delegittimazione ha un obiettivo preciso: ridurre il dissenso a mera ostruzione e l'analisi a interferenza politica. Laddove il confronto viene percepito come un attacco personale o come un tradimento ideologico, si nega il principio stesso della dialettica democratica.

Una battaglia comune per le garanzie

È fondamentale ribadire un punto essenziale: la difesa degli organi di garanzia, come oggi la magistratura, non è una rivendicazione di parte o una battaglia ideologica della sinistra contro la destra. Si tratta di un'esigenza universale che travalica gli schieramenti.
I principi di imparzialità, di controllo di legalità e di tutela dei diritti sono pilastri della democrazia che interessano tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento politico.
La necessità che la vita pubblica sia in linea con il rispetto delle regole democratiche, tutelata da organi indipendenti, è nell'interesse di chiunque voglia vivere in una società giusta. Oggi, l'atteggiamento critico nei confronti degli organi di garanzia può essere alimentato in modo più evidente da chi è al potere; ma è la democrazia stessa a essere in gioco, non un singolo partito.

Il diritto a dubitare

Per questo, tutta l'opinione pubblica è chiamata a dare il proprio contributo a sostegno della vitalità di questi organi, sapendo che difendere la loro indipendenza significa difendere i propri diritti e, in ultima analisi, il proprio futuro.
Il rispetto delle regole non è un optional, ma il vincolo che distingue uno Stato libero da una forma, seppur eletta, di autoritarismo. La difesa della democrazia passa oggi attraverso la difesa del diritto a dubitare, a controllare e a dissentire.

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