Bruschetta? Il
massimo. E poi ci si preoccupa dell’obesità
di Marina Zinzani
“Tesoro,
mi si è allargato il ragazzino.” Era il titolo di un film di parecchi anni fa.
Che c’entra, voi chiedete. Non chiedetemelo, non mettete il dito nella piaga.
La
mia vita è cambiata da quando devo lavorare a tempo pieno, e il ragazzino in
questione, cioè mio figlio Luca, lo ritira mia suocera da scuola, e lo tiene
fino a sera. Bene, direte, bella comodità, che gentile la suocera.
Sì,
questo è vero, mi ha tolto parecchi problemi. Però lei gli fa fare merenda, il
pomeriggio, con tutte le cose che io ho sempre cercato di non dargli:
merendine, patatine fritte, torte prese ai discount a pochi euro che non ci stanno
dentro neanche i soldi delle uova e della farina, per dire con che cosa possono
essere fatte.
Si
sdraia sul divano, Luca, e mangia. Comincia dalle patatine, dei bei sacchetti
che sua nonna tiene sempre in casa, all’immancabile fetta di ciambella piena di
burro, si sente tanto il burro, e in più è dolcissima. Sorvoliamo sulle
cioccolate, che solo a sentirle, così dolciastre, mi viene il mal di testa. E
il ragazzino cresce, cresce.
E
non c’è molto da fare con mia suocera. Ho provato a dirle che noi seguiamo un
ritmo di vita più sano, io ci tengo che mio figlio abbia un’alimentazione genuina,
anche con dei dolci, certo, delle torte, ma io le faccio con l’olio al posto
del burro, e poco zucchero di canna, lo zucchero fa male, lo sapete, vero? C’è
un popolo di obesi e diabetici nel nostro futuro, con la soddisfazione delle
multinazionali dei farmaci. Non sono fanatica di certe idee, ma mi informo. E
non sui canali ufficiali, quei giornali che fanno vedere la pubblicità di
biscotti fatti con cinquanta ingredienti, al posto di tre o quattro. Lì si
parla poco di certi argomenti, scrivono ogni tanto sull’obesità dei bambini, ma
poi finisce tutto lì.
Ora,
il problema si fa serio. Il bambino non vuole tornare sulla retta via. Non
accetta più le mie torte, con poco zucchero, con l’olio di oliva, ve l’ho
detto, le riporta a casa da scuola. Perché? Perché preferisce le merendine che
mangiano tutti i suoi compagni, con i soldi della nonna le compra di nascosto,
anzi, delle volte gliele regala lei e gli dice che io non devo saperlo. Ma
come, cara suocera, io faccio di tutto per allevare mio figlio con delle cose
sane, dei cibi genuini, e tu me lo rovini? Me lo fai ingrassare così?
Devo
ritornare alle vecchie abitudini, quando lo gestivo più io. Insalata tutti i
giorni, con un filo di olio extravergine di oliva. Piatti tipo bulgur con
zucchine, insalata di arance, valeriana e noci,
bruschetta. Quella poi è il massimo: il pane tostato, il sottile
spicchio dell’aglio, strofinato appena, un pizzico di sale e l’olio, quello
buono, quello che ho comprato al negozio bio, costato un bel po’, fra l’altro.
Questa è un’alimentazione sana. E invece insaccati a non finire, e soprattutto
quelle merendine dolciastre. Quelle, soprattutto quelle l’hanno fatto
lievitare.
Mia
suocera dice: ma non è mai morto nessuno mangiando merendine, io ho cresciuto i
miei figli con il cibo di queste marche. Brava, brava. Bisognerebbe dire che in
famiglia siete tutti un po’ in sovrappeso. Anche mio marito lo è, e un bel po’
anche…
Quindi,
cara suocera? Che argomenti dovrò avere per convincerti a nutrire il ragazzino
con una bella insalatina, del buon pane ai semi, un piatto di pasta con
pomodori scottati e il basilico, e sopra un filo di olio crudo? Quali
argomenti? Nessuno.
Voi
ridete. Non voglio farvi ridere. Volevo essere diversa dagli altri, se ciò che
facevano gli altri non lo condividevo. Volevo mostrare a mio figlio, fin da
piccolo, che non deve seguire quello che fa il compagno di scuola, ma deve
pensare con la sua testa, e non farsi condizionare. Volevo preservare la sua
salute da additivi ricavati dal petrolio, da cose così dolci da far esplodere
il diabete nei bambini, da prodotti che non sanno di nulla e per questo
riempiti di aromi, misteriosi, tossici spesso. Volevo questo. Chiedevo troppo?
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