La politica che fa i conti con la diversità delle persone
di
Paolo Brondi
La
prossimità è evangelica. Cercare l’altro, comprenderlo, aiutarlo è un conoscere
noi, comprendere aiutare noi stessi; non è soltanto un’opera di carità. Il tu
serve a capire il me. Per questo l’amante ha il suo “Io” fuori di sé. Ma questa
è storia antica, o storia di pura morale.
Oggi
si sono rafforzate le radici dell’odio, un odio che sempre serpeggia e vince
nel trasformare l’accoglienza in mercato di povera gente: tanto l’altro è un
diverso, un diverso da me. Ed è un senso di diversità che impedisce la creazione
di una politica nuova, una politica non di accoglienza e ghettizzazione, ma di
costruzione di tutte le contingenze utili a creare, per i rifugiati, condizioni
di vita e di lavoro degne e dignitose.
Una
politica contro l’egoismo, la compiacenza di sé; che salvi l’etica per cui
l’uomo, la donna non sono mezzi, ma fini e l’armonia, la pace, non la violenza,
trionfi.
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