Il sogno
riporta ad un’altra dimensione: lui e lei altrove
di Giovanna
Vannini
Mi piaceva quando ridevi di nulla. Mi piaceva
stare in quel nulla di cui ridevi. Mi piaceva l’odore della tua nuca. Mi
piaceva il suono dei tuoi braccialetti. Mi piaceva esserti accanto quando eri
altrove. Mi piaceva vederti arrivare da molto lontano.
Ti rincorrevo sulla sabbia nel dopo tramonto,
dopo che l’ultimo bagnante era andato e la brezza di mare portava un brivido
lungo la schiena. Tu eri veloce di gambe, gambe lunghe le tue, dai polpacci
scarni, dalle cosce tornite. Non ti prendevo mai: solo se tu volevi.
C’è stato tanto tempo tra noi, tanto da non
dimenticarsi. Anche questo che resta, che del tanto non è certo il migliore, lo
ricorderò, lo ricorderai. Chiudo gli occhi ora, sono stanco, ti ritroverò al
mio risveglio e se non fosse capirò. Dopo torno ancora a raccontarmi di noi.
Valeria si scosse, guardò Giulio, riposava.
Lei doveva aver sonnecchiato per una mezz’ora. Le piaceva guardarlo mentre
dormiva. Le piaceva dormire sapendo che lui la guardava.
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