di Maria Cristina Capitoni
Sei svanita
così come, in un
secondo, prepotentemente entrasti.
Nel silenzio sei
partita,
progressivo attutirsi
di un’eco di rintocchi,
frastuono lontano di
un corteo
Il respiro che
placandosi assapora
assume nuovamente il
vuoto,
il silenzio,
la quiete di una
grotta
appena dopo la marea.
Ecco quel che sento
adesso
pur ostinatamente
ostile
al tuo ricordo.
Inevitabili premono
sul cuore
i segni del tuo
passaggio
ed è più grande ora il
mio spazio
che indissolubilmente
ad una parte del tuo
si unisce.
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