Tecniche
ed illusioni di un seduttore ai tempi d’oggi
di
Paolo Brondi
Eros
e bellezza femminile: come si manifestano nella mente di un seduttore? Ogni
fanciulla ha la sua parte di bellezza: «Il gaio sorriso, lo sguardo birichino,
gli occhi ardentemente desiderosi, il capo reclinante, l’animo sfrenato, la
placida malinconia», osservava Søren Kierkegaard nel suo Diario del seduttore.
Non basta, e poi anche: «I sopraccigli che ammiccano, i riccioli che ammaliano,
la celeste fierezza, il mondano pudore, l’angelico candore, il furtivo
arrossire».
Nella
frazione di mondo da noi vissuta, i segni della bellezza femminile sono oggi di
ben più corposo realismo. Il seduttore è costantemente desideroso di possedere
ora l’una, ora l’altra, privilegiando le fanciulle rispetto alle quali più
raffinata è la cura per sciogliere l’enigma in esse racchiuso e più dolce
l’incanto.
Quando
scaltrita esperienza, età e ricchezza rendono sfrenata la domanda d’amore non
c’è tregua per il seduttore: continuo è il ricorso a nuove sedotte, ciascuna è
effimera rispetto alla saldezza e durata del desiderio.
Dimentico
spesso del tempo storico e civile, solo s’acquieta nell’universo ripetitivo del
rito seduttivo. Fermo nei suoi rinnovati incanti, inconsapevole dei mali
altrui, si scorda anche dei propri e s’illude forse di trasfigurare il tempo
ove niente e tutto coincide ed eterna si fa la sua ripetitività.
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