Qual è il tuo carattere? Basta guardare come scrivi: nella grafia
meglio le curve che i tratti angolosi
di Paolo Brondi
Lo stile di vita di ogni individuo risulta da un equilibrio più o meno
stabile, tra spinte predominanti e debolezze. La società svolge, spesso, un
ruolo alienante accentuandone gli stati d’insoddisfazione. L’individuo reagisce
frequentemente isolandosi, con pregiudizio per la sua affettività che sfocia
nella depressione o in esplosioni aggressive.
Così gli squilibri si
riflettono sull’intera vita sociale, con esiti perfino drammatici. L’equilibrio
è dunque una questione esistenziale e sociale; occuparsene è opera di
prevenzione, che non può lasciar fuori nessuno e che deve impegnare tutte le
discipline che hanno come scopo primario la conoscenza e la salute dell’uomo.
L’educazione
all’equilibrio deve essere attenta alle manifestazioni contrarie:
l’irritabilità e la suscettibilità di fronte agli stimoli esterni;
l’impulsività sfrenata per assenza di inibizioni; la mancanza di elasticità e
l’esaltazione cronica per incapacità di rilassamento.
In questo processo di
conquista dell’equilibrio e di superamento delle difficoltà, grosse
responsabilità toccano, in particolare, la famiglia e la scuola. L’armonia familiare è essenziale
all’equilibrio della persona. La scuola è chiamata a costituirsi come
società educante.
Un aiuto particolare
può essere offerto dalla grafologia: che è studio sintetico della personalità.
Nella scrittura,
confluiscono i centri nervosi del soggetto, compaiono i suoi rapporti simbolici
e gli stessi atteggiamenti tipici dei rapporti esistenziali.
In uno “psichismo
aperto”, ci sarà un gesto spiccatamente curvilineo e scorrevole, senza sobbalzi
e improvvise marcature. La coscienza biologica dell’Io si adatta alla coscienza
del “tu” e produce empatia con l’altro.
In uno psichismo in
cui vi è equilibrio della coscienza personale, e quindi delle risposte istintuali
e comportamentistiche, il gesto diventerà controllato e ci sarà un grado medio
tra curva e angoli.
In uno psichismo in
cui la coscienza dell’Io è in condizioni di conflitto con la coscienza del Tu, interverrà
l’irrigidimento, e il gesto si esaspererà nelle acutezze dell’angolosità, fino alle
forme iperacute che precisano il rifiuto totale di adattamento verso se stessi
e l’ambiente.
Nei gesti grafici ci
sono già possibili condizioni di equilibrio o di squilibrio.
Curva esagerata?
Indica adattamento passivo e impersonale del soggetto privo di un proprio
orientamento; il suo essere dipendente; ricettivo-passivo; senza spirito d’iniziativa.
Angolosità eccessiva?
Significa difficoltà di rapporti; perpetuo contrasto; compensazioni sadiche o
vittimistiche, depressive o persecutorie, l’essere un soggetto frustrato.
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