Guardarsi allo
specchio e vedere una figura limpida, la propria
di Marina Zinzani
Abituarsi
a perdere. Abituarsi a recitare una parte in cui gli eventi, tanti eventi,
congiurano. Essere nati dalla parte sbagliata non ha aiutato, essere cresciuti
con dei valori, parola forse retorica oggi, non ha aiutato neanche quello.
Credere in qualche ideale, in una vita semplice ma dignitosa dove ogni cosa è
sì sudata, ma portata avanti con le proprie forze e le proprie convinzioni,
anche questo non aiuta.
Perché
tante volte, soprattutto quando si leggono i giornali, ma anche quando si
sentono storie di qualche conoscente, ci si accorge che le persone che hanno
ideali, che credono, che hanno un’etica, vengono superate da ben altre persone.
E queste persone appaiono vincenti.
Questa
considerazione appare in certe sere, dove la stanchezza e l’incertezza del
futuro appaiono compagni sempre più insidiosi, pesanti. Certi pensieri
diventano zavorre, amaro che richiama l’amaro, paura che si accompagna anche a
rabbia, la sensazione di essere dalla parte sbagliata, sensazione che il
bagaglio che ci hanno fornito i nostri genitori sia stato inadeguato, che non abbia portato da nessuna parte.
La
solitudine di certe sere diventa la solitudine dei giorni, l’amaro di uno sguardo sempre più
disincantato dove ogni cosa attorno appare corrotta, sporcata.
L’uomo
che si alza presto al mattino e fa chilometri e chilometri per raggiungere il
suo posto di lavoro, la madre che si sdoppia in mille faccende, che accudisce i
figli, i genitori anziani, la casa, e poi lavora: persone che quando si
guardano allo specchio vedono tanti sogni infranti, sentono tante delusioni nel
loro zaino sulle spalle.
Eppure
possono guardarsi allo specchio e vedere anche una figura limpida. Etica e
coraggio di rapportarsi a realtà sempre più difficili, soffrire, avere paura,
ma non perdersi.
E’
questa maggioranza silenziosa e le sue fragilità l’asse di un Paese. Non sono
persone furbe, sono invisibili che tirano spesso a campare e contano i soldi.
Hanno ancora sogni ogni tanto, e un senso forse fuori moda dell’onore, della
dignità.
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