Quella luce così sfuggente, e pur calda e confortante
(ap) Una luce particolare a chiudere il giorno. Sul mare quieto. Tra i sassi sparsi in riva, ogni stagione più alti per contrastare le maree che rovinano la costa. Addosso alle pareti delle case poste ad ovest, sbrecciate dal vento, corrose dai sali. Intorno, nessuna frenesia di festa, pochi passanti, la maggior parte sono in città a inseguire i bagliori delle strade addobbate di allegria.
Una giovane coppia a passo lento, mano nella mano, la
testa di lei reclinata sulla spalla del ragazzo. Una mamma che spinge il
passeggino, con il suo bimbo addormentato. Altri fermi verso il mare, in attesa
che il sole raggiunga la linea dell’orizzonte e la superi. La canna di un
pescatore sollevata in cima ad un piccolo molo. Solo una bancarella di pesce
fresco, con il suo acuto gusto di molluschi. Alcuni in macchina percorrono il
lungomare a passo lento, uno sguardo di qui e di là. L’odore dei frutti
attraversa i finestrini aperti: una rapida sosta a gustarli sul posto.
Languida e declinante atmosfera. Nulla a sporcare la
luce, a oscurarla, a darle quel valore d’ombra che si attenderebbe in un’ora
così tarda. Oppure a schermarne la trasparenza, pur tanto fugace, e a darle
opacità. Sensazioni di calore che contrastano con la prima brezza serale. Un
gatto raggiunge sui sassi una ciotola d’acqua lasciata da qualcuno. Trascorrono
rapidi i minuti, si coglie una tenace e sfuggente resistenza. La fretta del
declino trova un inaspettato inciampo. Il chiarore rimane intenso e caldo,
confortante, come un’ultima carezza in volto.
(Marina di Pisa, foto ap)
(Marina di Pisa, foto ap)
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