Dedicato ad una
persona che aveva l’Alzheimer
di Marina Zinzani
Bisogna
ricordarsi di esserci stati, della propria infanzia, della giovinezza, dell’età
matura.
Bisogna
ricordarsi il primo ballo, il battito del cuore. Anche un giorno di festa, una
nuova vita che iniziava.
Bisogna
ricordarsi i viaggi, quelli sì che sono importanti, sono il miele della vita,
piccoli diamanti fra i giorni.
Bisogna
ricordarsi di ciò che si è creato, degli affetti, e quello che si è conservato.
Bisogna
ricordarsi di lunghe passeggiate nei viali d’autunno, anche se l’autunno sembra
appartenere alla propria esistenza.
Bisogna
dimenticare quel dio crudele (chi, chi è stato?) che ha tolto la memoria, come
se avesse una mano che ne sbriciola una parte, e poi un’altra, fino a che tutto
diventa briciole, e oscurità. La memoria si perde, la vita si perde.
Quel
dio crudele forse ha vinto, ma altri che l’amavano ricorderanno.
E
poi da qualche parte questi ricordi ci saranno sempre, racchiusi in una
cassaforte, inaccessibile.
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