Donna in verde, di Antonio Longhi |
Il tempo
di un caffè da Grecò: il passaggio della dama in verde
di Giovanna
Vannini
L’avevano vista quasi nello stesso istante in
più luoghi: stesso abito, stesso colore, cappello, stesso sguardo, scrutatore e
assente nel medesimo istante. Nei caffè romani dalle antiche
origini, la clientela non faceva che bisbigliare di lei.
Accadeva anche ”Al Grecò”, dove Saverio lavorava come cameriere.
Uomo attento e discreto Saverio, di poche parole ma appropriate, capace di ricordare a memoria ogni scambio di battute che gli avventori del locale facevano sulla signora, oramai ribattezzata “ la Dama in verde”, per via del colore sempre uguale dei suoi abiti, diversi in foggia ma non di tinta. Affascinato dalla Dama in verde, Saverio cercava con ogni stratagemma di carpirne i segreti, valutandone discreto ogni impercettibile mossa, turbamento, quando, a scadenza settimanale ma mai nello stesso giorno, la Dama si fermava giusto il tempo di un caffè, ad uno dei tavolini del locale.
Uomo attento e discreto Saverio, di poche parole ma appropriate, capace di ricordare a memoria ogni scambio di battute che gli avventori del locale facevano sulla signora, oramai ribattezzata “ la Dama in verde”, per via del colore sempre uguale dei suoi abiti, diversi in foggia ma non di tinta. Affascinato dalla Dama in verde, Saverio cercava con ogni stratagemma di carpirne i segreti, valutandone discreto ogni impercettibile mossa, turbamento, quando, a scadenza settimanale ma mai nello stesso giorno, la Dama si fermava giusto il tempo di un caffè, ad uno dei tavolini del locale.
Facendosi guidare dal suo solo intuito, con una punta di presunzione
Saverio confidava di riuscire prima di ogni altro, a dissipare la cortina di
mistero che avvolgeva la Dama, ombra irrequieta dei romani caffè alla moda.
Solo una scia di fragranza alla verbena, restava di lei e del suo passaggio.
Alla dama e al suo profumo Saverio aveva dato un nome: Ester.
Domenica sera, orario di chiusura. Da sette giorni di Ester nessuna
traccia. Un uomo dall'aspetto trasandato e la voce impastata di alcol, entra al
“ Grecò”, siede al tavolino a cui è solita sedere la Dama, ordina un
whisky.
Saverio lascia che sia il collega Gustavo a servirlo, mentre lui con
una scusa si sposta in disparte per meglio osservarlo, sezionarlo, ricomporlo,
nel tentativo di capire chi è, di cucirgli addosso una storia. Minuti e whisky
si consumano e quando sembra che di Ester per quella settimana nulla si
sappia, eccola arrivare, di arancio vestita.
Nessun commento:
Posta un commento