Terre e beni, a decoro e soddisfazione del reame: altri
tempi?
di Bianca Mannu
C’era una volta un re
assiso nel suo seggio
che tanti sudditi
aveva
secondo il suo
retaggio
Per ogni dì – sua Fé -
dell’anno pretendeva
che il frutto del
lavoro
La terra a suo decoro
sua l’acqua che
pioveva
e ogni pianta portentosa
con l’erba tutta
quanta
di pinte corolle
doviziosa
Suoi i muschi ed i
licheni
e quanto il suolo
ammanta
Tutti erano suoi beni!
Persino rocce e sassi
e i pesci con gli
uccelli
insetti magri e grassi
vermi serpi e
pipistrelli
Proclamava il sovrano
pio :
“Questi son doni di
Dio.
Egli ha deciso un po’ d’acchito
imperscrutabilmente
che li amministri io
sovranamente
per il mio tempo avito
Così e mai altrimenti
ha deciso e sancito
l’Autore delle genti
Prima ha estratto me
dalla schiatta
migliore
ultimo impastato ha te
ché il fango era
peggiore
Ti fece simile a me
ma di “crozza”
contadina
perciò deve piegarsi al re
l’anima tua meschina”.
eccezionale
RispondiElimina