Un figlio lascia la famiglia. Malinconie, pensieri, progetti: come
immaginare la vita dopo?
di
Catia Zinzani
Mio
figlio presto andrà a convivere. Provo tristezza e malinconia. Forse è la
sindrome del nido vuoto? Distaccarsi dalle persone che più amiamo non è facile,
ancora meno se si tratta di un figlio. Come genitori sappiamo che a un certo
punto dovranno volare via perché è così la vita. Crediamo di essere pronti per
affrontare questo distacco ma quando arriva è normale essere tristi.
Abbiamo
dato tutto, ci siamo stati per aiutarli, quando era necessario e ci saremo
sempre, ma ora devono fare la loro vita. Ci mancheranno l’allegria, le risate, i
consigli, i caffè insieme.
In
quella stanza ci sarà il vuoto. I vestiti e le scarpe sparse saranno ricordi, a
tavola un piatto in meno, una sedia vuota. Ma bisogna reagire, usare le proprie
energie, dare spazio a passioni, esigenze. E’ un’occasione per riprendere i
sogni rimasti nascosti nel cassetto, e dar loro nuova vita.
Ci unisce la sensazione di vuoto.
RispondiEliminaNoi genitori.
Li abbiamo accompagnati fino qui.
I nostri figli.
Ora spetta a loro. La loro strada.
Dobbiamo essere fieri di loro che sono diventati adulti
E di noi che li abbiamo accompagnati fino qui.
E noi genitori ci saremo sempre per loro se avranno bisogno di noi.
Ma ora noi passiamo riprendere alcune nostre cose che avevamo sospeso per alcuni anni.
E saremo ancora più arricchiti e saggi per quando un giorno dovessero tornare loro da noi per chiedere consiglio o .... portando in braccio una nuova vita che chiederà nuovamente la nostra presenza, sotto una veste nuova.
E saremo sempre li
Sempre noi
Ma nuovi,
E sempre pronti per loro.
Il cerchio della vita che evolve.
Grazie Liana