Ritratto di Lord Byron, di T. Gericault |
I personaggi
di una storia: come ritratti raffigurati in un quadro
di Cristina Podestà
(Commento a Un po’ di corposità, che diamine, PL, 13/2/20)
Il racconto è stupefacente,
bellissimo e denso di enormi e variegati significati. I due giovani uomini, che
condividono interessi comuni, osservano e valutano non soltanto la mostra ma
anche tutta la screziata ed eclettica umanità.
Le valutazioni sono difformi, anche su ciò che la vita offre. E in effetti le loro esistenze percorrono strade dissimili, con impegni quotidiani basati su ambiti differenti, e forse con incontri femminili che hanno segnato le loro esistenze.
Le valutazioni sono difformi, anche su ciò che la vita offre. E in effetti le loro esistenze percorrono strade dissimili, con impegni quotidiani basati su ambiti differenti, e forse con incontri femminili che hanno segnato le loro esistenze.
Chissà! Amori disperati
finiti tragicamente, oppure tanti incontri privi di sostanza. Certo è che il
docente è acuto conoscitore delle ambasce che turbano l'amico e lo consiglia
saggiamente per il meglio. Le persone presenti alla mostra sono descritte in
modo ineccepibile, colte nella loro essenza, dipinte, come i quadri esposti. Esse
stesse entrano a buon diritto nella stessa mostra. Un quadro nel quadro. Ma da
essi trasuda e traspare tutta l’umana fragilità, il credere di non essere
scoperti nelle proprie debolezze, mentre l'occhio vigile del terapeuta li analizza
nei dettagli. È un racconto molto bello, interessante e diverso. Un racconto
che stimola fortemente la riflessione filosofica anche nel cenno al Don
Giovanni.
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